Le dichiarazioni della presidente Mangiacavalli alla trasmissione Porta a Porta

ANABO

Dopo Ballarò (Rai 3), Tagadà (La7) e Porta a Porta (Rai 1) continua la presenza della presidente della Federazione Nazionale dei Collegi Ipasvi, dott.ssa Barbara Mangiacavalli, nei principali talk show televisivi; a seguito delle ultime vicende di cronaca che hanno visto come protagonista un’infermiera sospettata di aver causato la morte di 13 pazienti con un’overdose di eparina.

Le dichiarazioni della presidente Mangiacavalli alla trasmissione Porta a Porta

La questione affrontata in studio è a dir poco scabrosa, per noi infermieri. Un’altra assassina (sempre che la magistratura confermi le accuse), stavolta a Piombino. Stavolta in rianimazione. Un’assassina armata di eparina, somministrata in dosi da cavallo a 13 persone e decedute per emorragie importanti. Una brutta storia.

Vespa: Signora Mangiacavalli, lei rappresenta le infermiere professionali, e si sa quanto siano così determinanti e quasi sempre quanto siano anche preparate. Come è potuto accadere?

E già il quesito di Vespa denota la diffusa ignoranza che riguarda la nostra professione. Cosa a cui purtroppo siamo oramai assuefatti.

Mangiacavalli: Mah…intanto come è potuto accadere questo lo appurerà la magistratura, lo appurerà immagino l’indagine interna che l’azienda avrà attivato o attiverà, insomma. Perché ci sono anche contesti organizzativi, in genere soprattutto quelli delle terapie intensive molto articolati e molto particolari. Nel ruolo che ricopro come presidente della federazione degli infermieri mi sento di fare alcune considerazioni: intanto pretendo di dover dire che questi sono casi isolati. Perché 430.000 infermieri abilitati all’esercizio della professione, questi casi sono da ascrivere assolutamente nei casi isolati….

Vespa: Signora, se permette questo non ci aiuta però, eh. Perché dire sono casi isolati è come dire va beh, non fa notizia visto che tutti gli altri si comportano bene, 13 morti sono 13 morti, eh.

Mangiacavalli: Premesso che dal momento in cui verranno accertati i fatti questi accadimenti sono assolutamente da sanzionare e l’ordine professionale ha proprio la funzione tra l’altro di attivare un procedimento disciplinare nel momento in cui ci saranno elementi oggettivi che è finalizzato anche alla verifica del mancato rispetto non solo di norme giuridiche ma anche di norme deontologiche.

Vespa: Io spero che la signora se sarà trovata colpevole non avrà il tempo di subire un provvedimento disciplinare perché subirà ben di peggio, insomma. Comunque certo, voi fate la vostra parte.

Mangiacavalli: Quello che voglio dire è che dobbiamo tener conto di alcuni contesti e della caratterizzazione che connota l’attività infermieristica. Gli infermieri sono vicini ai pazienti 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, esercitano un’attività che è delicata perché il contatto continuo col paziente e quindi con situazione di patologia e di instabilità clinica, all’interno di equipe composte da medici, infermieri ed altri professionisti però è la figura professionale più vicina a questo tipo di pazienti e a questo tipo di situazioni. Quindi deve avere oltre a una preparazione di tipo tecnico-professionale anche una preparazione relazionale e comunicativa. Ci possono essere situazioni particolari di stress o di burnout, ripeto non sto giustificando il comportamento però bisognerebbe forse provare a fare una lettura anche un pochino più ampia di quello che è oggi il sistema sanitario nazionale, di quella che è come dire, la complessità che viene gestita…

Vespa: Signora posso chiedere quale lettura più ampia e quale complessità possono giustificare, se ha ragione l’accusa, 13 omicidi?

Mangiacavalli: Allora…ho detto in premessa che quanto accaduto se è confermato dalla magistratura non ha giustificazione. Tanto è vero…

Vespa: Però lei ci dice dobbiamo allargare, lo stress, la complessità, qua non si tratta di una persona sotto stress che ha sbagliato una dose… quante volte è successo che un’infermiera si sbagli e ammazzi un paziente. Capita a tutti di sbagliare, purtroppo gli errori fatti da medici e infermieri spesso sono fatali, qui signora parliamo di 13 omicidi… cioè 13 volte sotto stress è stata la signora, l’infermiera? Boh… Non lo so.

Mangiacavalli: A parte che lo stress non ha un esordio acuto e non si manifesta per 13 volte… Allora, ci possono essere situazioni assistenziali molto particolari che se non intercettate prima con sistemi e meccanismi di alert presenti comunque nelle strutture sanitarie, con i meccanismi di gestione del rischio clinico, coi meccanismi di gestione di procedure di sicurezza, sui pazienti e sull’organizzazione. Quando vengono meno questi alert e questi meccanismi ci possono essere situazioni che possono generare in personalità particolarmente fragili reazioni e comportamenti di questo tipo. Occorre tener conto che non è la modalità comune degli infermieri…

Vespa: Questo lo diamo per scontato. Non mi pare signora, se posso permettermi, che lei stia aiutando la categoria in questo modo….Signora Mangiacavalli, immagino che nel vostro ambiente vi siate posti il problema di come mai delle vostre colleghe siano arrivate fino a questo punto. Posso chiederle che risposta si è data?

Mangiacavalli: “Mah, guardi, intanto però bisogna distinguere. Questi sono casi patologici, cioè non è la normalità. Sono persone che di suo hanno comunque una personalità….

Vespa: Signora, se fosse la normalità saremmo oltre il regime nazista…

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