Diventa legge il Dopo di Noi. Provvedimento mirato alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare

ANABO

È diventato legge il Dopo di noi, provvedimento mirato a migliorare le condizioni di vita delle persone con disabilità grave una volta che saranno prive del sostegno familiare, in quanto mancanti di entrambi i genitori o poiché gli stessi non sono in grado di fornirlo. La Camera ha dato ieri (14 Giugno), in terza lettura, il via libera definitivo al ddl con 312 voti a favore, 26 astenuti e 64 no.

Secondo i dati forniti dall’Istat la possibile platea di beneficiari è collocabile tra i 100mila e i 150mila soggetti. Il provvedimento, composto da 10 articoli, prevede la progressiva presa in carico della persona interessata già durante l’esistenza in vita dei genitori, ovvero “durante noi” e, inoltre, si specifica che “le misure sono definite con il coinvolgimento dei soggetti interessati e nel rispetto della volontà delle persone con disabilità grave, ove possibile dei loro genitori o di chi ne tutela gli interessi“.

La legge disciplina la definizione delle prestazioni assistenziali da garantire su tutto il territorio nazionale ed affidate perciò al coordinamento dei Lea. Un ruolo rilevante è svolto dal welfare locale, al quale è affidata l’erogazione dei servizi e degli interventi a favore delle persone con disabilità.

Istituito inoltre il Fondo per l’assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare nello stato di previsione del ministero del Lavoro e delle politiche sociali, con una dotazione di 90 milioni di euro per il 2016, di 38,3 milioni per il 2017 e di 56,1 milioni annui a decorrere dal 2018. Il Fondo è ripartito fra le regioni con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, da emanare entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del provvedimento in esame, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e con il ministro della Salute, previa intesa in sede di Conferenza unificata.

All’interno dell’articolato, si introduce poi la nozione di “disabilità grave” per definire i detinatari degli interventi e si individuano gli obiettivi di servizio, ovvero gli interventi da effettuare con le risorse del Fondo che sono: realizzare programmi ed interventi innovativi di residenzialità diretti alla creazione di strutture alloggiative di tipo familiare o di analoghe soluzioni residenziali previste dalle leggi regionali, a realizzare interventi di permanenza temporanea in una soluzione abitativa extrafamiliare per far fronte ad eventuali emergenze, nonché a sviluppare programmi di accrescimento della consapevolezza, di abilitazione e di sviluppo delle competenze per la gestione della vita quotidiana e per il raggiungimento del maggior livello di autonomia possibile da parte dei soggetti interessati.

Tra le novità accolte con maggiore entusiasmo, la possibilità, prevista dalla nuova legge, di defiscalizzare dei risparmi attraverso appositi strumenti assicurativi a sostegno dei progetti di vita dei figli con disabilità introduce e riconosce anch’essa un principio di buon senso ancora una volte esistenziale. Essendo un dato oggettivo ed ampiamente riscontrato che le persone con disabilità fanno molta più fatica a trovare lavoro della generalità delle altre persone, appare logico agevolare le famiglie ad accantonare quote di risparmio in funzione dei bisogni di vita a cui andranno in contro i figli quando i genitori non saranno più in grado di assisterli o non ci saranno più.

Allo stesso modo risultano molto interessanti anche gli strumenti del trust e del vincolo di destinazione dei beni patrimoniali, che costituiscono alttre misure importanti per aiutare le persone e le famiglie a disporre con maggior sicurezza e nel rispetto della legge, gli affidamenti dei beni a beneficio dei figli con disabilità e delle persone o degli enti che ne supportano il progetto di vita.

L’obiettivo principale della nuova legge è infatti quello di sostenere le persone e le famiglie a cambiare prospettiva esistenziale: dall’attesa e dalla ricerca di un posto, di un servizio residenziale per le persone con disabilità, all’attivarsi per la realizzazione di un progetto di vita che riconfigura il ruolo della persona come cittadino a tutti gli effetti, utilizzando la casa e la dimensione dell’abitare come fulcro di un rapporto inclusivo più compiuto con la comunità in cui si vive.Delineando in tal senso le coordinate per un percorso di emancipazione dai genitori per tutte le persone con disabilità da disegnare quando ancora i genitori sono in vita.

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