Il Tar boccia l’autonomia delle direzioni delle Professioni Sanitarie, la risposta dell’IPASVI di Frosinone

ANABO

Il Presidente del Collegio Provinciale IPASVI di Frosinone, Paolo Masi, interviene in merito alla sentenza che ha annullato il Decreto del Commissario Ad Acta della Regione nella parte in cui approvava l’autonomia delle direzioni delle Professioni Sanitarie.

Il Tar boccia l'autonomia delle direzioni delle Professioni Sanitarie, la risposta dell'IPASVI di Frosinone

Il Tar, spiega Masi, sovrappone e confonde il piano dei modelli organizzativi dell’azienda nei quali sono collocati distintamente i professionisti dell’assistenza e della clinica, con quello dell’attività pratica nella quale è ovvio che le due componenti debbano integrarsi e collaborare per fornire le migliori prestazioni al paziente. Fra le righe della sentenza si legge anche un ritardo culturale nel considerare tutti operatori sanitari, con pari dignità, i professionisti che lavorano in una equipe. Perchè mai, per fare un esempio, l’infermiere dovrebbe erogare l’assistenza secondo le indicazioni del medico se è la figura infermieristica che è stata formata per gestire l’assistenza e quindi ne è responsabile? Per non parlare della parte, prosegue Masi, sulle modalità di nomina alla direzione delle Unità Operative delle Professioni Sanitarie Infermieristiche, Ostetriche, Tecniche della Riabilitazione e della Prevenzione, improntata ad una valutazione rigidamente formale invece che di merito. Il ritardo con cui viene messa a regime la nuova qualifica dirigenziale dovrebbe ora ritorcersi contro gli operatori che, secondo il Tar, dovrebbero affrontare altri cinque anni di purgatorio per poter ricoprire di diritto un ruolo che fin’ora hanno svolto di fatto. E nel frattempo chi dovrebbe ricoprire quegli incarichi visto che non esistono dirigenti provenienti dalle Professioni Sanitarie Infermieristiche, Ostetriche, Tecniche della Riabilitazione e della Prevenzione con cinque anni di anzianità nella qualifica? Ma quello che più preoccupa è rilevare come una importante componente del sindacato autonomo dei medici si ostini ad affrontare il tema dei percorsi clinico-assistenziali in termini di prerogative e di potere, invece di abilità e bisogni. Una scelta che rafforza quegli steccati che non giovano nè agli operatori sanitari, medici compresi, nè alla qualità e appropriatezza delle prestazioni ai cittadini. Mentre si sprecano energie in questa sterile guerra di posizione fra professionisti c’è chi lavora allo smantellamento del SSN per metterlo in mano ai privati. E non in una logica di sussidiarietà, ma di delega e di svendita. Una volta archiviate le prossime elezioni, Regioni e Governo troveranno certamente la quadra sull’accordo per come tagliare oltre 2 miliardi di risorse al SSN, con conseguenza immaginabili per operatori e cittadini. E noi, conclude Masi, vogliamo ancora continuare a discutere su questioni di lana caprina sull’organigramma delle Aziende Sanitarie?

La Provincia, 28 Maggio 2015

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